Alla ricerca dell’equilibrio ideale
In questo articolo tratterò un tema più che mai attuale in un periodo in cui, finalmente, si inizia a fare luce sugli effetti negativi dell’eccesso di lavoro: la ricerca di ciò che è giusto per noi, come individui, in termini di realizzazione personale e coinvolgimento professionale. Partendo dalla definizione del rapporto ideale tra pressione e rendimento, passerò poi a parlare più in generale dei benefici di uno stile di vita equilibrato ispirandomi al concetto di “Lagom” che caratterizza la mentalità dei Paesi Scandinavi. Concluderò poi con alcune linee guida per definire obiettivi professionali che siano ottimali per noi, tenendo presente una prospettiva improntata alla moderazione anche sul lavoro.
La legge di Yerkes Dodson
Ideata dai due psicologi R. M. Yerkes e J. D. Dodson nei primi anni del Novecento, l’omonima teoria si fonda sull’esistenza di una relazione ricorrente tra pressione e rendimento. Tale relazione segue in genere un andamento a U inversa: come si vede chiaramente dal grafico di seguito, le migliori prestazioni si ottengono quando il livello di eccitazione fisiologica o mentale provata è adeguato all’attività in corso di svolgimento, mentre diminuiscono quando ci sentiamo troppo o troppo poco sotto pressione. Ad esempio, pensiamo all’ansia provata prima di un esame universitario: un livello ottimale di stress ci aiuta a ricordare meglio le informazioni e a tenere alta la concentrazione, ma quando lo stress è troppo o troppo poco, allora l’esito della prova sarà probabilmente inferiore.
La legge di Yerkes Dodson ci invia quindi a trovare ciò che è giusto per noi, in termini di quantità e di qualità, facendo riferimento a oggetti, esperienze, attività e stimoli. In ambito lavorativo, essa caratterizza il rapporto ideale tra una certa attività e le prestazioni soggettive.
Lagom
Il focus della legge di Yerkes Dodson sul giusto mezzo e sulla ricerca dell’equilibrio ideale per noi si ricollega a un altro concetto che affonda le sue origini nella cultura e nella mentalità scandinave: il lagom.
“Lagom” è una parola svedese che indica una quantità ottimale (né troppo, né troppo poco), una scelta moderata tra due estremi. Non è solo un aggettivo, ma un vero e proprio valore sociale che permea la mentalità dei Paesi Scandinavi, in particolare la Svezia, e che è finalizzato a creare una società equa dove vengano messi in risalto valori quali l'uguaglianza e la moderazione. Basta un breve viaggio in Svezia per rendersi conto di come il comportamento tipico delle persone e il loro stile di vita siano profondamente “lagom”: dal modo di pensare dominante all’approccio alla salute e all’alimentazione, dal design e l’arredamento alla moda… fino ad arrivare la cultura del lavoro. Secondo questa filosofia di vita, infatti, la moderazione e l’equilibrio sono sintomatici della felicità del singolo e della società in generale.
È interessante a questo proposito fare un breve accenno all’approccio svedese al lavoro, che non è quasi mai considerato come una ragione di vita, bensì come una parte della nostra esistenza che ci consente di avere la sicurezza economica sufficiente per vivere meglio. In generale, la collaborazione vale molto di più della competizione in quanto, a prescindere dal tipo di lavoro che si svolge, l’obiettivo da raggiungere è comune, la responsabilità è condivisa, e le decisioni sono prese all’unanimità, anche grazie all’appianamento delle gerarchie aziendali. Le persone non si fanno problemi a dire “no” a un compito in più se accettarlo comporta un impegno extra o una difficoltà a rispettare le scadenze, ne va della fiducia verso i colleghi e dell’importanza di tenere fede agli impegni presi in partenza.
Risalta quindi il contrasto immediato con la mentalità corrente in quasi tutti i Paesi Occidentali, Stati Uniti in primis, dove a farla da padrone è l’eccesso nei consumi e nelle attività: le persone sono tutte (o si dicono) troppo occupate, indaffarate, stressate: lavorano troppo e riempiono il loro tempo libero di innumerevoli attività, aspirano ad avere una casa e un’auto più grande, mangiano troppo e male e poi fanno la dieta. Uno stile di vita che si sta rivelando sempre meno sostenibile, sia in termini di salute che per l’impatto negativo sul pianeta.
Obiettivi professionali ideali
Per raggiungere un obiettivo professionale ottimale, sarà importante trovare le sfide giuste in ciò che facciamo, che ci permettano di rientrare in quella fascia ideale di attivazione in cui ci sentiamo né troppo né troppo poco stimolati. Per essere “lagom”, infatti, un’attività lavorativa dovrebbe situarsi nel giusto mezzo e non essere né troppo facile da annoiare - il ché ci farebbe sentire demotivati, per non dire frustrati - né troppo difficile da scoraggiare, evitando così di sentirci sotto pressione.
Come trovare lo status ideale e mantenerlo nel tempo? Sia che siamo lavoratori dipendenti o libero professionisti, il primo passo sarà analizzare le attività in agenda e, in base ad esse, fissare un obiettivo auspicabile e realizzabile in un certo lasso di tempo. Per gli obiettivi di lungo termine, è utile suddividere l’attività in più fasi intermedie con traguardi chiari e non troppo lontani nel tempo, la cui realizzazione passo dopo passo porterà al raggiungimento dell’obiettivo finale - come quando si suddivide un progetto in programmi o work packages.
Quando si fissano gli obiettivi, che siano di breve, medio o lungo periodo, ricordiamoci che devono essere SMART:
S = specific (specifici): stabilire a monte che cosa si vuole ottenere e perché.
M = measurable (misurabili): quantificare i risultati da raggiungere con misure di riferimento. Ad es. “di quanti fondi ho bisogno per realizzare un progetto?”, “quanti dati mi occorrono per completare questo studio?”.
A = achievable (raggiungibili): gli obiettivi devono essere realisticamente raggiungibili con i dati e le risorse a disposizione.
R = relevant (pertinenti): identificare l’obiettivo pertinente e prioritario per noi in un certo momento.
T = time-based (definiti nel tempo): identificare delle scadenze entro le quali realizzare l’obiettivo.
La definizione di obiettivi professionali che siano bilanciati sul nostro stile di vita e in linea con i nostri fabbisogni in un determinato momento è fondamentale per un approccio “moderato” al lavoro. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il lagom ci incoraggia quindi ad ascoltare di più i nostri bisogni emotivi e le nostre aspirazioni, nella vita professionale come in quella personale, e a trovare la nostra condizione ideale di soddisfazione.
Se siete interessati ad approfondire il tema del lagom qui di seguito un consiglio di lettura e i link a due video (in inglese):
Lola A. Akerstrom, “Lagom - La ricetta svedese per vivere con meno ed essere felici”