“Gestirsi nel tempo”: come leggere di più?
Con questo primo articolo, vorrei inaugurare una rubrica dedicata alla gestione della persona nel tempo. Sì, avete letto bene: non parlo di “gestione del tempo” perché, come mi insegnarono le Professional Organizer più esperte quando seguii il corso di formazione per qualificarmi e associarmi ad APOI, il tempo non si può gestire. Esso è quanto di più democratico esista: sono le stesse 24 ore per tutti, sta a noi farne l’uso migliore possibile in base alle nostre possibilità e obiettivi – il che non significa produttività massima ed efficienza perfetta in ogni momento della giornata, bensì la ricerca di un equilibrio ottimale tra i vari ambiti della nostra vita, che funzioni per noi in un certo momento. Ecco perché preferisco parlare della gestione della persona nel tempo: una risorsa preziosa e da non sprecare. Siamo qui per un soffio, ricordiamolo sempre. Il primo articolo riguarda proprio alcuni consigli per chi lamenta di non avere abbastanza tempo da dedicare al passatempo per eccellenza – la lettura.
Quante volte capita di lamentarsi di non avere abbastanza tempo per ciò che ci piace fare? Che sia un corso di ballo, il lavoro a maglia o la pittura a tempera, sempre più persone affermano di avere una vita così piena e frenetica da non riuscire a ritagliare qualche ora per quelli che una volta chiamavamo “hobby”. Le cause sono tante, ma in questa sede vorrei porre in evidenza le due che, a mio avviso, sono le più significative: da un lato, la ricerca dell’eccellenza in tutto, da documentare e su cui rendere conto; dall’altro lato, il fatto che gli smartphone fagocitano non solo la nostra attenzione, ma anche il tempo libero.
La ricerca spasmodica dell’eccellenza. Di recente ho visto un video molto interessante ("Remember when people used to be interesting?" di Ashley Embers), in cui si parla del fatto che negli Stati Uniti – ma la stessa tendenza è visibile anche in Europa – sempre più persone ammettono di non avere hobby. Nella società della performance, anche coltivare un hobby è diventata un’esibizione da mostrare sui social per fare vedere quanto si è bravi e perfetti in ciò che si fa. Chi si approccia a un passatempo per la prima volta, rischia di scoraggiarsi facilmente se si paragona a chi non fa che mostrare le sue abilità online – come se farlo vedere contasse di più che farlo davvero. E quindi si rinuncia in partenza. Anche la lettura è diventata una performance con il fenomeno del Book Tok, in cui i sedicenti lettori mostrano orgogliosi le pile di libri che sono riusciti a leggere in un mese. E chi invece ne legge solo uno al mese (o anche meno) a fatica e nei ritagli di tempo, si sente immediatamente fuori luogo. Tanto vale rinunciare del tutto a leggere, a questo punto, se lo standard di partenza sembra essere così elevato.
Le distrazioni digitali. Notifiche continue, scrolling infinito, FOMO e bisogno (indotto) di essere sempre reperibili… tutto questo inquinamento digitale ha conseguenze dannose sulla nostra salute mentale, sulla capacità di concentrarci per periodi di tempo lunghi e continuativi e, non da ultimo, ci fa perdere tantissimo tempo. Tempo che potremmo altrimenti dedicare a ciò che ci riempie davvero il cuore e ci rende felici e orgogliosi di noi stessi. Credo che nessuno si senta soddisfatto e rilassato dopo essersi immerso su Instagram per ore a ficcanasare le vite altrui, falsamente perfette. Si tratta, in questo caso, di imparare a fare un uso consapevole dello smartphone, affinché resti uno strumento da usare all’occorrenza e non la nostra unica finestra sul mondo. Al di là dei ritiri senza smartphone e varie pratiche di digital detox, sicuramente utili ma purtroppo limitate a periodi di tempo troppo brevi per potere instaurare davvero un’abitudine, l’ideale sarebbe imparare ad approcciarsi al telefono con consapevolezza nella nostra quotidianità e, a questo proposito, consiglio la lettura illuminante di "Minimalismo Digitale" di Cal Newport.
Qualche consiglio in più
Se il problema è che il tempo per leggere è troppo poco, o vi sembra poco, di seguito troverete qualche buona pratica per riavvicinarvi ai libri con ottimismo e speranza.
Conteggiate le ore libere che avete in una settimana. Sosteniamo di non avere tempo per fare tutto quello che vorremmo, ma abbiamo mai provato a quantificare le ore libere in una “settimana tipo” (le ferie estive non valgono) e a riflettere su come le trascorriamo? Un semplice monitoraggio potrebbe riservarvi grosse sorprese e potreste constatare di avere a disposizione molto più tempo di quanto pensavate inizialmente. Siamo poco abituati a riflettere sul tempo, lo diamo per scontato, e così ne perdiamo tanto in attività a scarso valore aggiunto. Un utile strumento di monitoraggio è descritto nel libro "168 Hours" di Laura Vanderkam e consiste in una tabella, replicabile anche con Excel, in cui tenere traccia di tutto ciò che fate durante la settimana, ora per ora. Può sembrare macchinoso all’inizio, ma assicuro che è un ottimo metodo per capire dove va a finire il vostro tempo.
Sostituite il telefono con i libri. Ecco la sfida principale: sostituire un’abitudine con un’altra! Alla consapevolezza nell’uso dello smartphone dedicherò un post tra qualche settimana, per il momento basti ricordare che l’idea è quella di prendere in mano il libro che state leggendo ogni volta in cui, ad oggi, prendereste in mano lo smartphone. Qualche esempio in cui rimpiazzare lo scrolling con la lettura di qualche pagina del vostro libro: a letto prima di andare a dormire, in sala d’attesa dal medico, al gabinetto (ebbene sì!), sui mezzi pubblici, in coda alle poste… A questo proposito, è utile avere sempre a portata di mano un libro leggero come un’edizione tascabile o un paperback, e soprattutto prendere l’abitudine di metterlo in borsa insieme a chiavi, telefono e portafoglio. Ovviamente potete aggirare il problema con un e-reader se non vi dispiacciono gli e-book. Un bonus: le persone non sono più abituate a vedere la gente leggere nei luoghi pubblici e all’inizio vi guarderanno come degli alieni, soprattutto se vivete in città medio-piccole. Poco male, non solo non state infrangendo la legge, ma con il vostro esempio state dimostrando che c’è un mondo e una vita al di là dello schermo.
Se un libro proprio non vi piace, lasciatelo andare. Pur essendo una lettrice accanita da sempre, non credo che i libri siano oggetti sacri: se proprio un libro non vi prende o vi annoia, credo che sia meglio lasciarlo andare piuttosto che costringersi a leggerlo fino alla fine. Trascorrere il proprio sudato tempo libero a fare qualcosa che non vi appassiona, vi farà provare antipatia nei confronti di quell’attività – nello specifico la lettura. Meglio abbandonare il libro sgradito e sceglierne un altro. Sarà sicuramente migliore!
Preferite le biblioteche alle librerie, almeno all’inizio. Il motivo è semplice: acquistare libri che poi non avete tempo di leggere perché non avete ancora messo in moto il circolo virtuoso di sostituzione di cui parlavo prima, vi porterà a deprimervi ancora di più. E non solo per una questione di costi, ma anche e soprattutto perché ogni volta che passerete davanti allo scaffale di libri non (ancora) letti, potreste sentirvi in colpa nei loro confronti. Invece la biblioteca è perfetta se volete instaurare l’abitudine alla lettura, o se siete ex lettori che vorrebbero non essere più ex: innanzitutto, il prestito è gratuito; in secondo luogo, ha una scadenza! Avete un mese di tempo per leggere i libri che avete preso. È vero che potete sempre rinnovare il prestito o restituirli senza averli letti o finiti, ma il fatto che ci sia un limite temporale può fungere da fonte di motivazione per ritagliarvi momenti dedicati alla lettura.
Audiolibri: se trascorrete tanto tempo alla guida o impegnati in lavori manuali / fisici, potete ricorrere agli audiolibri, scaricabili a prezzi davvero vantaggiosi su tutte le principali piattaforme e disponibili in un’ampia varietà di titoli. Gli audiolibri vi terranno compagnia arricchendovi ed emozionandovi, in quanto spesso sono letti e interpretati da lettori professionisti o attori.
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